Francia, il lusso ricorda al governo che è lavoro, non solo sfarzo

Francia, il lusso ricorda al governo che è lavoro, non solo sfarzo

La stampa francese sottolinea il dettaglio con una certa enfasi. Il Comité Colbert, associazione che rappresenta l’alto di gamma dell’Esagono, dalla sua fondazione (1954) non ha mai condotto una campagna di comunicazione. Il 10 marzo ha lanciato la prima. E lo ha fatto per ricordare all’Eliseo (innanzitutto) che il lusso è non solo sfarzo, ma è un’industria che crea lavoro e opportunità. Come nota Strategies, la campagna è la risposta a France Relance, il piano in base al quale il governo parigino impiegherà 100 miliardi di euro per far ripartire l’economia dallo choc del Coronavirus.

Non solo sfarzo

Comité Colbert, dunque, si trova in una situazione simile a quella di CNMI, Confindustria Moda e le altre associazioni di categoria in Italia. Quella, cioè, di dover ribadire a chi governa che l’alto di gamma non è solo sfilate e boutique in centro, ma ancor di più fabbriche e lavoro artigianale. “Parliamo sempre di lusso facendo riferimento ai nostri clienti e mai di produzione. Vogliamo cambiare la prospettiva su questo settore – spiega Bénédicte Epinay, il nuovo delegato generale di Comité Colbert, a Les Echoes –. Il lusso francese è un peso massimo dell’economia: è uno dei maggiori contributori alla sua bilancia commerciale un importante datore di lavoro”.

 

 

Investimenti

Le griffe francesi, chi legge La Conceria lo sa, continua ad investire in stabilimenti produttivi. “Sono in fase di creazione nove nuovi siti, di cui otto della filiera della pelle – conclude Epinay –. Resta un settore sotto pressione. I giovani devono scoprire la diversità delle nostre professioni. Chi sa che Chanel recluta biologi? Ne ha 250 nel suo centro di ricerca”.

Immagini tratte da comitecolbert.com

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