Gli orologi vanno male, meglio puntare sulla pelle: Richemont scommette su Chloé

Più moda per sopperire all’orologeria in affanno. Nell’anno fiscale concluso al 31 marzo, il gruppo svizzero del lusso Richemont ha visto crescere dell’11% il giro d’affari dei prodotti in pelle, mentre il dato assoluto delle vendite registrava una flessione del 4%. Abbastanza per stabilire che, per colmare il vuoto lasciato dagli orologi, è il momento di puntare su Chloé: la griffe del lusso femminile, che in catalogo ha abbigliamento e accessori in pelle, viene da 7 anni consecutivi di crescita. Lo sostiene un’analisi di Bloomberg ripresa da Business of Fashion. Affidata alla guida di Natacha Ramsay-Levi, la griffe francese punta sull’espansione del retail (167 aperture nel 2016) e, soprattutto, sulla calzatura: Chloé sta ricomprando le licenze di produzione. Ad oggi per il gruppo Richemont (che possiede anche brand come Dunhill e Lancel) la pelle vale il 10% delle vendite. La sua quota pare destinata a crescere.

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