Il Guardian attacca Vuitton: produce le scarpe (soprattutto) in Transilvania, le rifinisce in Italia e Francia

A lanciare il sasso contro Louis Vuitton è il quotidiano britannico The Guardian. Lo fa con un’inchiesta nella quale accusa la griffe francese, ammiraglia della multinazionale LVMH, di confezionare “migliaia delle sue calzature e stivali in una fabbrica situata in Transilvania, regione – scrive la testata anglosassone – nota più per i vampiri che la tradizione artigianale di lusso”. Al di là dell’ironia, fin troppo scontata, The Guardian, ha deciso di riprendere un vecchio documentario della TV francese, datato 2014, che però si era dovuto arrendere davanti ai cancelli di Somarest, nel piccolo comune di Cisnadie. Gli inglesi sostengono di essere andati oltre e di aver fatto ingresso nello stabilimento che LVMH avrebbe avviato nel 2002, arrivando “a produrre nel 2004 – scrive The Guardian – 1.500 tomaie alla settimana, come risulta dal curriculum online del direttore della fabbrica di quei tempi”. Sempre andando in cerca del cv digitali dei manager di Somarest (dove lavorano 734 dipendenti), il quotidiano avrebbe avuto conferma di quanto ascoltato da una “fonte interna anonima”, cioè che dal 2007 la produzione è aumentata dal 70% arrivando a un output annuale di circa 100.000 paia. I manager della fabbrica sono francesi così come i materiali usati. Una volta confezionati, i prodotti vengono spediti in Francia e Italia, dove affrontano la fine dell’assemblaggio, con l’apposizione delle suole”, il tutto, specifica The Guardian “in accordo con le leggi dell’Unione Europa”. Non è certo una truffa, dunque, ma semmai, quella denunciata dagli inglesi, una questione di prestigio legata al fatto che anche la griffe delocalizza in cerca del costo del lavoro più vantaggioso per produrre una certa parte delle sue calzature. Va ricordato che LV, in Italia, possiede un atelier modello in Riviera del Brenta, dove un altro brand LVMH è approdato da pochi mesi, Dior, oltre ad avere da anni il controllo dello storico calzaturificio veneto Rossimoda. Sull’argomento Bernard Arnault, patron di LVMH, ha respinto le accuse.

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