Hermès Dietro le Quinte fa il boom: 15.000 visitatori. La griffe ribadisce cos’è la sostenibilità: qualità, prodotto e territorio

La tappa romana di Hermès Dietro le Quinte si è conclusa con un bagno di folla. Sono oltre 15.000 le persone che nei giorni della manifestazione (8-16 marzo) si sono messe in fila all’ingresso del Museo dell’Ara Pacis per scoprire i segreti della griffe parigina. E proprio la mise en scène del proprio savoir faire è stata la miglior ribalta per i vertici di Hermès per ribadire i paradigmi di sostenibilità ambientale e sociale della maison. Come riporta Fashion Network, il viepresidente esecutivo Olivier Fournier, ricollegandosi alla nuova ventata green portata dai Global Strike 4 Future, ha spiegato come l’impegno di Hermès passi sia da progetti come il Goldfinger Factory di Londra (fabbrica di mobili con materiali riciclati in un quartiere a rischio) che dal rapporto con territori come Montbron (Francia), dove il laboratorio di pelletteria della griffe anima l’economia locale. “Il nostro approccio è: senso di responsabilità, con controllo qualità a ogni tappa, autenticità e rispetto del tempo: nessuno salterà mai una tappa per fare prima” sono le parole con cui Fournier spiega l’attenzione, veicolata dalla rete di opifici artigianali, dedicata al prodotto. Un’idea che non può prevedere sprechi e obsolescenza programmata: “Non abbiamo una divisione marketing, perché per noi sono fondamentali libertà creativa e libertà delle nostre boutique di scegliere le referenze che vogliono – conclude –. In questo modo non procuriamo neanche tanti invenduti”.

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