Hong Kong, il conto dei danni per il lusso

E’ tornata ad una apparente normalità l’ex colonia britannica, dopo sette giorni di manifestazioni per chiedere elezioni libere e democratiche al governo centrale di Pechino. Uffici, scuole e negozi hanno riaperto, ma la Golden Week, la settimana festiva di inizio ottobre come da tradizione riservata allo shopping, si chiude oggi, e i primi bilanci sono piuttosto negativi. Rispetto alla Golden Week dello scorso anno, c’è stato un calo di circa il 30% di arrivi di turisti-acquirenti dalla Cina continentale, che rappresentano i 2/3 del totale dei visitatori di Hong Kong e da cui dipende il 75% delle vendite complessive nell’ex colonia. Stando a una prima stima, la settimana di proteste ha comportato un mancato incasso di 2,2 miliardi di Hong Kong dollari (226 milioni di euro), pari al 6% delle vendite realizzate nell’intero mese di ottobre 2013. Inoltre, il settore del lusso ne ha risentito direttamente nella locale Borsa con il calo di alcuni titoli. Venerdì, Prada Spa aveva toccato il valore più basso da più di due anni a questa parte. In settimana giù anche Kering (-6%), proprietario di Gucci, che a Hong Kong realizza un decimo delle sue vendite globali. (ap)

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