Hugo Boss: -3% nel terzo trimestre. I dati danno ragione al ceo che vuole mollare il lusso

Difficile trovare nei dati del terzo trimestre 2016 di Hugo Boss, qualcosa che permetta di dare torto a Mark Langer, ceo del brand dallo scorso maggio, e al suo annuncio di voler dire addio al top di gamma (“Per conquistare il quale abbiamo fatto uno sforzo che non ci ha ripagato dal punto di vista del business”) e tornare a piantare radici nel segmento premium. Ricavi: -3%, per un valore di 703 milioni di euro. Europa -5%, Stati Uniti -14%. Un po’ meglio il riscontro dalla Cina, mercato che, a valute costanti, ha perso il 4%, ma considerando le vendite like-for-like, “il trend negativo si è interrotto”. Consolazione da poco, anche se affiancata dal +2% dei monomarca, visto che il business online, escludendo qualsiasi effetto valutario, è sceso del 15%. Preoccupante il -14% dell’ebitda prima di alcune voci non ordinarie, arrivato a un cifra di 144,5 milioni di euro, superiore alle stime degli analisti, che avevano previsto 138,5 milioni di euro. (lf)

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