Hugo Boss col fiato corto nel primo trimestre. Giù del 20% gli scontrini cinesi

Meno 4%. 643 milioni di euro. Questi i dati salienti del bilancio di Hugo Boss, relativo al primo trimestre 2016. Nel dettaglio: -8% le vendite nelle Americhe, -2% in Europa, -5% in Asia, -11% in Cina. La griffe si dice preoccupata in particolare delle condizioni commerciali di Hong Kong e Macao, mentre riferisce di osservare l’ottima accoglienza dei cinesi nei confronti della decisione presa a marzo di tagliare del 20% gli scontrini degli articoli ora in vendita, “riallineandoli ai prezzi europei”. Per il 2016 l’attesa di ottenere una crescita di fatturato non superiore al 5%, grazie ai risultati del retail di proprietà, mentre il bilancio del wholesale (ambito che sta penalizzando la gran parte dei brand di fascia alta, sovraesponendoli e sottoponendoli a eccessive strategie promozionali) potrebbe arrivare a perdere fino al 9%. L’ebitda trimestrale ha perso il 29% del valore rispetto allo stesso periodo 2015. Come Hugo Boss, anche maison Valentino ha di recente deciso di “avviare un programma di riallineamento internazionale dei prezzi in boutique: quelli europei saranno confermati, quelli asiatici subiranno, invece, una diminuzione”. Ma per la griffe di proprietà dei reali del Qatar la situazione finanziaria è ben diversa rispetto al gruppo tedesco: +9,4% nei primi tre mesi dell’anno.

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