I pretendenti sono 3, ma Carven vuol salvarsi da sé. L’ipotesi interna prende quota: coinvolto l’ex ceo Balmain

Il modello di business di Balmain salverà Carven? Lo scorso maggio, il marchio di lusso francese è finito in amministrazione controllata. Dopo due mesi numerosi acquirenti si sono informati per conoscere la situazione nei dettagli, tant’è che tre offerte di rilancio sono state presentate agli inizi di luglio al Tribunale Commerciale di Parigi. Ma l’attuale direzione di Carven confida sul proprio piano di rilancio, promosso da Sophie de Rougemont (ceo dalla primavera 2016), che può contare sul supporto di Bluebell, il fondo di investimento di Hong Kong e azionista di maggioranza, e dell’azionista di minoranza Henri Sebaoun. Ma c’è un passo in più da fare: nel progetto di rilancio è stato coinvolto anche Emmanuel Diemoz, ex ceo di Balmain, uno dei principali artefici della rinascita del brand. Diemoz ha lasciato Balmain nella primavera dell’anno scorso, otto mesi dopo l’acquisizione da parte del fondo del Qatar Mayhoola. Ora, per Carven il primo passo sarà convincere il Tribunale di Parigi a dare il via libera al business plan. La decisione arriverà nelle prossime settimane sempre ricordando che entro il 7 settembre potrebbe arrivare un’offerta esterna capace di far traballare le convinzioni di Sophie de Rougemont. Secondo Fashion Network, Carven ha fatturato 21,5 milioni di euro nel 2017, ma ha un passivo di 40 milioni, tra cui 5,5 milioni a breve. L’azienda impiega 103 persone. (mv)

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