I social sono utili alle griffe? Prada e D&G dimostrano di sì

I social sono utili alle griffe? Prada e D&G dimostrano di sì

La scelta di Daniel Lee potrebbe portare fuori strada. Come vi raccontiamo su La Conceria n. 2, lo stilista ha deciso che Bottega Veneta si debba sottrarre alle dinamiche della comunicazione web. Abbastanza per chiedersi se i social sono utili alle griffe, oppure no. Magari potremmo scoprire che, in cerca dell’esclusività, il lusso è destinato a sparire dal troppo democratico internet. Non è così: le strategie di Prada e D&G dimostrano il contrario.

I social sono utili?

Il numero 2 – 2021 de La Conceria ospita servizi su Lee, dicevamo. Ma anche su chi sui social investe ancora. Sono i diretti interessati a spiegare il perché. “Siamo sempre stati abituati a fare ricerca in giro per il mondo a Londra, New York e Parigi – sono le parole di Domenico Dolce e Stefano Gabbana –. Siamo da sempre molto attenti a ciò che il sociale ci dice. Così come 25 anni fa eravamo seduti sulla Broadway per prendere spunto dai nostri coetanei per creare D&G, ora guardiamo i social, dove i ragazzi chiusi in casa ballano, cantano, sperimentano con una libertà di costume inedita che ci permette di creare una nuova estetica”.

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