La fiducia di Della Valle e il fattore umano del successo di Tod’s

La fiducia di Della Valle e il fattore umano del successo di Tod’s

“Sono molto fiducioso per il futuro”. Il patron Diego Della Valle si confessa con Affari & Finanza, inserto de La Repubblica. E non si nasconde: spiega il valore dell’ingresso di Chiara Ferragni nel board di Tod’s e le prospettive della vicinanza (chiamiamola così) con LVMH. Insomma, il gruppo marchigiano sembra proprio aver scavallato il momento peggiore della crisi pandemica. Se è stato possibile, lo si deve anche al “fattore umano”. Perché, come vi spieghiamo sul numero de La Conceria in distribuzione, è l’intelligenza artigianale di una persona, Antonio (Tony) Ripani, a coniugare il design di casa Tod’s con l’eccellenza dei materiali.

Il fattore umano

“Nel reparto Controllo Qualità del pellame di Tod’s è l’uomo a fare la differenza”, si legge su La Conceria. Classe ’47, dall’età di 13 anni impiegato nella manifattura della pelle, Ripani entra in Tod’s nel 1980 come tagliatore. “Il reparto guidato da Tony è composto da 8 persone – continua – e, ogni settimana, ispeziona ogni singola pelle di un volume medio di circa 23.000 metri quadrati di forniture conciarie. Per i pellami destinati a riporti fodere il controllo è su un terzo dei pellami”. Nell’intervista esclusiva a La Conceria, Ripani ripercorre la sua carriera e racconta il presente (e il futuro) dell’arte della pelle. “Ogni stagione circa 600 nuove referenze di pelli, mai utilizzate da Tod’s in precedenza, vengono controllate accuratamente, prima della possibile campionatura. Di tutto questo e di molto altro ci parla, in questa conversazione Tony, l’uomo delle pelli di Tod’s”. Se vuoi leggere l’intervista e non sei abbonato, clicca qui.

 

 

La fiducia di Diego

“Sabato ero a Milano in uno dei nostri negozi – racconta Della Valle – e sono stato soddisfatto nel vedere come tutto fosse al posto giusto, i prodotti, la qualità, l’offerta. Ora l’ultimo tassello da aggiungere è come raccontarlo con nuovi strumenti e nuovi linguaggi. In passato ho temuto che la velocità di alcune forme di comunicazione potesse svilire il contenuto delle nostre manifatture. Direi che ora siamo pronti per comunicare la qualità usando la comunicazione prevalentemente digitale”. L’ingresso di Chiara Ferragni nel board va in questa direzione: “Ci aiuterà a studiare progetti solidali, ecosostenibili e di welfare, e comunicare ai giovani quello che facciamo nel mondo solidale con una forte attenzione alle loro problematiche”.

L’amicizia con gli Arnault

Da quando la quota di Tod’s in capo a LVMH è salita al 10%, non si parla d’altro. Della Valle, però, vuole mantenere il dibattito entro il suo argine naturale. “Conosco Bernard Arnault da oltre 20 anni, dai tempi del collocamento di Tod’s nel 2000 – sono le sue parole –. Abbiamo sempre avuto rapporti eccellenti e quando ultimamente c’è stata l’occasione di aumentare la loro partecipazione io e Andrea abbiamo pensato che fosse un’ottima idea”. E ora? “Le aziende campano di fatti e non di rumors – rassicura Diego –. Se ci sarà occasione di fare delle cose insieme lo faremo con piacere, nel frattempo noi ci guardiamo intorno come abbiamo sempre fatto”.

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