La posizione di D&G sulle aggregazioni (con Diet Prada nel mirino)

La posizione di D&G sulle aggregazioni (con Diet Prada nel mirino)

Digitale e rilancio dei consumi, certo. Ma, soprattutto, la posizione di D&G sulle aggregazioni. Sono i temi toccati da Alfonso Dolce, CEO della maison siculo-milanese, nel corso di Online Fashion & Luxury Talks, webinar di Rcs Academy e Corriere della Sera. Intanto la griffe si prepara alla contesa con Diet Prada davanti al Tribunale di Milano: l’udienza è in programma il 18 maggio.

La posizione di D&G sulle aggregazioni

Deve essere la qualità il motore delle aziende italiane. Sono troppo piccole? Sarebbe meglio se si unissero? Secondo Dolce “non è l’aggregazione che fa la dimensione aziendale”, bensì “è la qualità del prodotto venduto che fa grande l’azienda. Sono di più per il piccolo, bello e sano, che si consolida anno dopo anno e porta ad avere una relazione forte tra brand e consumatore”.

E-commerce e consumi

La pandemia ha dato una spinta all’e-commerce. Spinta che Alfonso Dolce, come riporta Fashion Network, misura così: negli ultimi 18 mesi le vendite online sono passate a pesare dal 10 al 13% del fatturato “con una crescita significativa”. Oltre ad aver aumentato il contributo al fatturato, la digitalizzazione ha consentito al marchio di arrivare nei mercati “fino a oggi poco significativi” come, ad esempio, Croazia, Romania e Polonia. Il manager crede ancora nel negozio fisico, “che però non può fare a meno di una integrazione con il mondo digitale”. Per il CEO è tempo di rilanciare i consumi. Come? Riducendo il costo del lavoro a beneficio del dipendente (che così potrà spendere di più).

 

 

 La causa con Diet Prada

Il 18 maggio il Tribunale di Milano, scrive Il Giorno, si pronuncerà sulla causa che contrappone Dolce & Gabbana e Diet Prada. Il brand ha citato il popolare account social per diffamazione a seguito delle critiche espresse per la campagna pubblicitaria in Cina del 2018. (mv)

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