Les Echos: “Il lusso è sempre più italiano, milanese, bocconiano”

Les Echos: “Il lusso è sempre più italiano, milanese, bocconiano”

C’è l’approdo di Luca de Meo al ruolo di CEO di Kering. Ma ci sono anche le nomine di Pierpaolo Piccioli alla guida di Valentino e di Benedetta Petruzzo, guardando un po’ più indietro, alla poltrona di vicedirettrice generale di Dior Couture. Il management del lusso europeo è sempre più italiano, osserva Les Echos, quotidiano economico del gruppo LVMH. E, soprattutto, nel suo imprinting tricolore, il settore vede una crescente connotazione milanese di origine e bocconiana di formazione.

 

 

Il lusso è sempre più italiano

Certo, non è una novità che manager italiani abbiano ruoli di vertice in gruppi internazionali. A proposito della proprietà di Les Echos si potrebbe sottolineare il ruolo che vi hanno giocato Toni Belloni e Pietro Beccari. Ma il fenomeno sta registrando una sorta di salto di qualità e gli esempi sono più numerosi di quelli citati in apertura. La stampa francese se lo spiega in due modi. Il primo. Il Belpaese rimane pilastro manifatturiero del lusso, le griffe ci investono e, di converso, ne selezionano gli amministratori più brillanti. Il secondo risiede nell’influenza di Milano e del suo ateneo più prestigioso. “Le sedi milanesi delle società di consulenza – confida una fonte a Les Echos – sono attualmente le più attive: i loro consulenti si stanno espandendo nel lusso. Molti di questi professionisti hanno anche un passato alla Bocconi. Questa crescente influenza è visibile in molti settori oltre il lusso e va di pari passo con la performance economica dell’Italia, il cui PIL pro capite è ora superiore a quello della Francia”.

Foto Shutterstock

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