Lo sfottò agli imitatori corre in passerella: Alessandro Michele sfila con Guccy

Guccy e Guccify, una storpiatura e un neologismo per ribadire la propria forza. Se l’obiettivo era prendere (bonariamente) in giro in un colpo solo contraffattori e imitatori, Alessandro Michele ne ha trovato uno più che efficace. Che testimonia, oltretutto, che il brand che guida insieme a Marco Bizzarri gode non solo di ottima salute sul piano finanziario e delle vendite, ma anche su quello della capacità di dettare trend e imporre immagini. Dunque, ripartiamo dall’inizio. In settimana Gucci ha presentato la cruise collection 2018 con un evento speciale alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze. Nella coloratissima e stravagante offerta stilistica proposta da Michele, si diceva, bucano lo schermo i calembour che il designer ha ricamato sulla stessa griffe. Il primo è Guccy, possibile ironia sul modo in cui il pubblico extra-europeo potrebbe equivocare l’ortografia del nome, ma ancor di più sfottò verso i contraffattori e venditori di patacche che pensano che storpiare il brand sia un modo per accontentare il proprio pubblico e farla franca con la legge. Ma ancora più interessante è lo slogan “Guccify your self” (traducibile come: “Guccìzzati”). Un suadente invito ai propri fan. E un appello dal sapore liberatorio agli stilisti degli altri brand che guardano alle trovate di Michele per trarre ispirazione: lasciatevi andare.

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