Aziende del lusso in stand-by con gli occhi già puntati sul 2026. Anno in cui sperano in un rilancio del settore alle prese con un contesto difficile e con tre mercati in frenata: Cina, USA ed Europa. È quanto emerge dal parere degli analisti e da alcune mosse dei brand. Per Bain il settore del lusso subirà un calo compreso tra il 2 e il 5 per cento nel 2025. Mentre gli attori protagonisti lanciano continui messaggi di cautela e prudenza. E LVMH sta avvertendo gli investitori e gli analisti che la domanda resta debole.
Lusso in stand-by
Il secondo trimestre di LVMH (da aprile a giugno) potrebbe non mostrare alcun miglioramento rispetto al precedente. La divisione Fashion & Leather goods, che rappresenta metà delle vendite dell’intero gruppo, ha perso il 5% dei ricavi rispetto al primo trimestre 2024. Secondo quanto riporta Bloomberg, al fine di gestire le aspettative, LVMH sta diffondendo cauti segnali sulle tendenze del secondo trimestre, citando la scarsa fiducia dei consumatori, in particolare in Cina. Ma la fiducia degli analisti su LVMH resta (quasi) intatta. Su quasi 40 analisti monitorati da Bloomberg, che coprono il gruppo francese, solo uno ha raccomanda la vendita delle azioni.
Qualcuno è fiducioso
In realtà questi segnali di prudenza di fronte all’andamento di mercato e all’incertezza generata dal caos dei dazi sono stati lanciati un po’ da tutti i player del lusso. Hermès è il più fiducioso sul 2025 ma resta comunque prudente su dazi e valute. Il gruppo ha confermato un ambizioso obiettivo di crescita del fatturato a cambi costanti. Anche Chanel ha predicato prudenza. A WWD, la CEO Leena Nair e il responsabile finanziario Philippe Blondiaux hanno dichiarato di aspettarsi solo piccoli miglioramenti per quest’anno. Nonostante l’arrivo di Matthieu Blazy come direttore artistico dal primo aprile. A conferma della cautela, Chanel ha annunciato il blocco delle assunzioni.
Fase di passaggio
Nonostante un aumento del 13% dei ricavi del gruppo Prada nel primo trimestre dell’anno, il suo CEO Andrea Guerra ha descritto il settore del lusso come “in una fase di ristrutturazione che non è ancora prossima alla conclusione. Credo che ci vorranno altri 12 mesi, probabilmente, per vedere qualcosa di diverso”. Lo riporta WWD.
Kering guarda al 2026
Kering è quello che più di tutti gli altri vorrebbe che questo 2025 passasse in fretta. I cambi di poltrone dei direttore creativi di Gucci, Bottega Veneta e Balenciaga avranno effetti (che il management spera siano positivi) il prossimo anno. “Stiamo cercando di accelerare l’arrivo in store di alcune novità di prodotto a cui stiamo già lavorando per non dover aspettare il 2026” ha detto la deputy CEO di Kering Francesca Bellettini a proposito di Gucci (fonte Milano Finanza). Marchio che sembra non aver ancora terminato il profondo shake up del team. Gli ultimi rimescolamenti riguardano Maria Cristina Lomanto che da brand general manager diventa presidente della regione EMEA. E Marcello Costa, ingaggiato a febbraio 2025, a cui è stata affidata la direzione del merchandising. (mv)
Foto Hermès
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