Per usare un eufemismo, si può dire che la campagna pubblicitaria di Saint Laurent ai francesi non sia piaciuta. “Degradante”: è così che l’immagine femminile offerta dalla griffe è stata bollata sui social, dove è apparsa per prima al grande pubblico. Uno scatto raffigura una modella, in pelliccia e calze a rete, a gambe divaricate; il secondo, una ragazza prona su uno sgabello. Troppo, per il popolo del web che ha inscenato proteste prima virtuali e poi anche fisiche, con sit-in davanti alle boutique YSL. Il caso della campagna della maison del gruppo Kering è arrivato anche all’authority francese per la pubblicità (ARPP), che ha chiesto la sostituzione delle immagini incriminate perché rappresenterebbero “una violazione delle norme stabilite dall’industria della pubblicità per mantenere la dignità e il rispetto della persona”. Il problema, a detta dei critici, non è solo il tasso erotico delle pose, ma anche la magrezza delle modelle: che esempio si offre alle teenager? A proposito di forma fisica, un incidente diplomatico simile è accaduto a Zara. Il brand Inditex, per promuovere una collezione denim il cui slogan suona “ama le tue forme”, ha preferito due modelle longilinee. Pure troppo, secondo molti osservatori, che vedono nella scelta l’incapacità della moda, malgrado i proclami di conversione all’estetica curvy, di affrancarsi dall’immaginario votato alla magrezza.
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