Moncler non conosce crisi. Nel 2016 il fatturato sfonda il muro del miliardo: +18% i piumini (e non solo: c’è anche la pelle)

Nel 2015 erano 880 milioni di euro. Nel 2016 sono diventati 1,04 miliardi. Parliamo dei ricavi di Moncler, il cui bilancio (che registra una crescita del 18% del giro d’affari, con accelerazione del +25% nell’ultimo trimestre, e utile netto a 20 milioni) rappresenta l’ulteriore dimostrazione che per i brand dell’alto di gamma il peggio si può dire ormai alle spalle. Per Moncler, brand famoso per i piumini, ma che firma anche abbigliamento in pelle e con inserti in pelliccia, calzature e articoli di pelletteria, sono in area positiva entrambi i canali distributivi: wholesale (+6%) e, soprattutto, retail (+23%). A proposito delle aree geografiche, i ricavi crescono in tutto il mondo: Italia (+5%), Paesi EMEA (+13%), Asia (+25%) e America (+24%). Il ceo di Moncler, Remo Ruffini, individua nella versatilità la leva del successo: “Avere un’azienda snella, flessibile e veloce nei processi decisionali – scrive in un comunicato –, in uno scenario incerto e volatile, è fondamentale”. (rp)

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