Nel trimestre Kering e Gucci franano ancora, Hermès invece cresce

Nel trimestre Kering e Gucci franano ancora, Hermès invece cresce

Le note trimestrali mostrano le due facce del lusso. Kering e Gucci continuano a scivolare: il gruppo chiude il periodo aprile-giugno con il -15% dei ricavi, il brand ammiraglio con -25%. Hermès vive tutt’altra congiuntura. Nello stesso periodo l’andamento delle vendite (+9% a cambi costanti) è perfino migliore del primo (+7,2%). Accelera la categoria Leather Good che cresce del 14,8%, rispetto al +10% dei primi tre mesi dell’anno.

Kering e Gucci

Kering nel secondo trimestre ha fatturato 3,7 miliardi di euro (-15%), facendo peggio del -13% ipotizzato dalla stima di consenso Visible Alpha citata da UBS (fonte Reuters). A livello di marchi, Gucci ha registrato un fatturato di 1,46 miliardi, -25% su base comparabile. Yves Saint Laurent intanto ha registrato -10%, mentre Bottega Veneta +1% e la divisione “altri marchi” -16%, “con performance contrastanti tra i marchi”. L’aggregato dei primi sei mesi del 2025 dice che i ricavi di Kering sono stati di 7,6 miliardi, -15% su base comparabile. Gucci -25%, Yves Saint Laurent -10%, Bottega Veneta +2% e “altri marchi” -14%.

 

 

I commenti

Armelle Poulou, responsabile finanziaria di Kering, ha detto che l’impatto dei dazi è “perfettamente gestibile” e che “potrebbe esserci una seconda ondata di aggiustamenti dei prezzi in autunno”. Nel corso della presentazione dei risultati semestrali, la società ha evidenziato il suo impegno per tagliare le spese e frenare il debito. Kering prevede di chiudere 80 negozi (rispetto ai 50 annunciati a inizio anno), mentre il personale è in calo del 4% da inizio anno. Quello di Gucci è sceso del 22% rispetto al picco del 2022. Il gruppo non ha intenzione di vendere marchi poco performanti. L’indebitamento netto di Kering è di 9,5 miliardi di euro a giugno, in calo rispetto ai 10,5 miliardi di fine 2024, grazie alle vendite immobiliari. Artemis, la società della famiglia Pinault che controlla Kering, ha detto a Reuters di non avere problemi di liquidità. E che il debito di 7,1 miliardi di euro registrato a maggio 2025 è stato un “picco temporaneo”.

Vola Hermès

Le vendite di Hermès nel secondo trimestre hanno raggiunto 3,9 miliardi, +9% a cambi costanti. Un dato leggermente inferiore alle aspettative degli analisti (+10%), secondo il consenso Visible Alpha citato da UBS (fonte Reuters). Considerando il primo semestre, il fatturato è di 8 miliardi, +8% a cambi costanti rispetto allo stesso periodo del 2024. Tutte le regioni registrano una crescita. Il risultato operativo corrente è stato di 3,3 miliardi (pari al 41,4% delle vendite), in aumento del 6%. La società ha dichiarato di aver aumentato i prezzi del 7% a livello globale quest’anno e di un ulteriore 5% negli USA, per compensare l’effetto dazio. Il CEO di Hermès, Axel Dumas, ha affermato che questi aumenti sono probabilmente sufficienti anche ad annullare il dazio del 15% concordato tra USA e UE. Hermès oggi dà lavoro a 25.700 persone, 500 in più rispetto a fine 2024. (mv)

Foto dai social di Gucci ed Hermès

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