“Non sono i super-ricchi la clientela target del lusso”, dice LVMH

“Non sono i super-ricchi la clientela target del lusso”, dice LVMH

Si è abituati a sentir dire che sono i super-ricchi la clientela target del lusso. E che sia questo a mettere i grandi brand al riparo dalle intemperie di mercato: perché ci possono essere guerra, crisi e inflazione, ma un nababbo continuerà a spendere come un nababbo. Dall’inchiesta di Financial Times sul momento d’oro dell’alto di gamma, invece, si apprende che le cose non stanno esattamente così. A dirlo non è un opinionista qualsiasi, ma Jean-Jacques Guiony, CFO di LVMH. Uno, cioè, dei principali protagonisti del momento.

Premesse e promesse

Certo, le trimestrali dei principali gruppi internazionali raccontano (in media) di crescite vertiginose. Ma non ci si può aspettare che questo ritmo di corsa sia eterno. “Il lusso continuerà su questi tassi di crescita per sempre? No, non sarebbe logico – risponde a FT Erwan Rambourg, global head of consumer and retail resarch di HSBC –. Prima o poi assisteremo a una moderazione dei tassi”. Sta di certo che il mercato si è polarizzato tra big winner e concorrenti in uno stato di forma meno splendido. Per tutti, c’è da essere sereni per il futuro. “Il lusso è uno dei pochi settori ad essere davvero globale – aggiunge Roberto Costa, head of global luxury banking di Citi –. I brand di successo sono di successo ovunque. Si prenda un’azienda come Prada: la conoscono negli Stati Uniti, in Cina e in Argentina. Se la domanda cala in un’area geografica, crescerà in un’altra”.

 

 

La clientela target del lusso

È in questa cornice che arriva la rivelazione di Guiony. Le griffe nel portafoglio di LVMH (Louis Vuitton, Fendi e Loro Piana tra le altre) sono sicuramente tra quelle che hanno fin qui vinto la gara della desiderabilità su scala globale. “Ma noi non vendiamo la maggior parte dei nostri prodotti ai ricchi – riconosce il CFO –, bensì a chi ha disponibilità di denaro e si vuole gratificare”. Insomma, il lusso non mira tanto ai milionari/miliardari, quelli che 1.000 euro per un capo di moda li spendono a cuor leggero, ma ai cosiddetti clienti aspirazionali. Quelli che i suddetti 1.000 euro li possono spendere, ma con oculatezza. “È una coorte molto, molto più grande di quella dei super-ricchi – conclude Guiony –. Riteniamo che la classe dell’alta borghesia continuerà a prosperare, e noi realizzeremo prodotti e comunicazione su misura per lei”.

Foto da Shutterstock

 

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