Più scarpe, più accessori: per Kiton nuova fabbrica da 6.000 mq

Più scarpe, più accessori: per Kiton nuova fabbrica da 6.000 mq

Più scarpe, più accessori e Kiton vede fiorire il proprio fatturato. Conseguenza: la produzione deve adeguarsi ed ecco pronto un ampliamento da 6.000 metri quadrati da dedicare agli accessori. “Per il prodotto, il focus sarà sullo sviluppo dell’offerta di calzature e accessori. Abbiamo formato un team stilistico interno” affiancato da “due stretti collaboratori di due noti stilisti” afferma il CEO Antonio De Matteis. Il quale dice no a investitori esterni e alla Borsa (ma a lungo termine).

160 milioni nel 2022

Secondo De Matteis, il 2022 di Kiton si chiuderà attorno a 160 milioni di euro, con un incremento del 25% sul 2021. In due anni (2021 e 2022) le vendite sono aumentate del 60%. L’export rappresenta quasi il 90% dei ricavi. Gli USA costituiscono circa il 30% delle vendite (anche l’Europa vale il 30%) che in questo mercato sono cresciute del 50% nel 2022. In generale, i driver di crescita dell’azienda sono stati l’abbigliamento femminile (passato da 5 al 20% delle vendite negli ultimi 5 anni) e gli accessori che, riporta WWD, ora costituiscono il 30% dei ricavi.

Più scarpe, più accessori

L’azienda sta investendo negli accessori al cui sviluppo ha dedicato una divisione creativa interna e a cui, ora, riserverà anche una nuova struttura. De Matteis, infatti, ha annunciato l’ampliamento del quartiere generale di Arzano (Napoli) con l’acquisto di un sito produttivo da 6.000 metri quadrati. Qui Kiton trasferirà “tutta la parte logistica e le nuove produzioni, come le calzature, le borse e gli accessori che vedremo nell’autunno-inverno 2023/24” dice il CEO a MF Fashion. Con questa operazione, la sede di Kiton passerà da 16 a 22.000 metri quadrati.

La produzione

La società partenopea, che conta 850 dipendenti, opera su cinque siti produttivi. Oltre che ad Arzano, i capi sportivi vengono prodotti a Caserta, i capi spalla a Parma, la maglieria a Fidenza e i tessuti a Biella. Non solo: “Sempre davanti alla nostra sede, miriamo ad acquisire un terreno divenuto edificabile, per futuri investimenti” spiega De Matteis.

I sì e i no

Gli investimenti non sono un problema per Kiton. L’azienda è autofinanziata e De Matteis ha escluso la possibilità di coinvolgere un investitore finanziario esterno. E questo è il primo “no”. Tuttavia (e questo è un “sì”), ha rivelato che una quotazione in Borsa potrebbe essere in programma “a lungo termine, quando le dimensioni di Kiton potrebbero essere interessanti”. Infine, un altro “no”: il brand campano continuerà a non assumere un direttore creativo affermato e di grande nome. “Un marchio come il nostro non ne ha bisogno perché non dobbiamo stravolgere l’essenza dell’azienda”, conclude De Matteis a WWD. (mv)

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