Tapestry come tutti: la Cina e il web (che vola) salvano i conti

Tapestry come tutti: la Cina e il web (che vola) salvano i conti

Tapestry come tutti i colossi del lusso. Rintuzza i danni del 2020, cioè, grazie all’online e al mercato cinese. Sono questi gli antivirus che gli fanno chiudere il secondo trimestre fiscale (ottobre/ dicembre 2020) con un calo di fatturato contenuto: -7%. Un arretramento che non gli ha impedito di generare un utile netto superiore rispetto allo stesso periodo 2019. “I nostri risultati hanno ampiamente superato le aspettative grazie agli aumenti delle vendite in digitale (a tre cifre) e in Cina (+30%)” ha detto il CEO Joanne Crevoiserat. “Per il secondo trimestre consecutivo abbiamo generato una forte crescita del reddito operativo”.

Tapestry come tutti

Nel secondo trimestre fiscale Tapestry ha incassato 1,69 miliardi di dollari, con un calo del 7% a cambi attuali e dell’8% a cambi costanti. L’utile netto del trimestre è stato di 311 milioni di dollari rispetto ai 299 milioni dell’analogo periodo dell’anno precedente. Le vendite di Coach (1,23 miliardi di dollari) sono scese del 4%. Quelle di Kate Spade sono state di 376 milioni con una riduzione del 13%. Stuart Weitzman ha fatturato 85 milioni di dollari, il 27% in meno.

Il record dell’11.11

Tapestry sottolinea “il record di vendite dell’11.11 Global Shopping Festival registrato all’interno del Tmall Luxury Pavilion”. Un successo che spiega come, complessivamente, le vendite digitali del gruppo USA valgano ora un terzo del suo fatturato complessivo. Nei primi 6 mesi dell’esercizio fiscale il calo del fatturato di Tapestry, pari a 2,86 miliardi di dollari, è stato di circa il 10%. (mv)

Nell’immagine (tratta da coach.com), l’ultima campagna Coach con protagonista Jennifer Lopez

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