True Luxury: i consumi cresceranno, ma il cliente (che ama il made in Italy ma non si fida delle griffe) va conquistato. Studio Boston Consulting Group

Prima la notizia positiva: soprattutto grazie al traino del pubblico cinese e americano, nel prossimo futuro si prevede l’aumento del 6/7% dei consumi di lusso, con borse e calzature tra i prodotti in rampa di lancio. Il 90% della crescita, oltretutto, è mossa dai tre profili più alti del cliente del lusso: l’Absolute Luxurer (il big spender, consumatore consapevole e raffinato), il Megaciter (il Millennial residente nelle grandi metropoli) e il Social Wearer (il cliente più attento alle questioni ambientali). Lo sostiene True-Luxury Global Consumer Insight, lo studio di Boston Consulting Group. Se l’attitudine al consumo è positiva, è anche vero che il cliente del lusso sta cambiando il proprio rapporto con la moda. Il 65% dei 12.000 grandi fan del lusso intervistati (persone che spendono ogni anno almeno 36.000 euro in beni e servizi alto di gamma) dichiara di spendere sul mercato domestico e non più in giro per il mondo, mentre il 72% si lascia influenzare dal passaparola raccolto online. Il 92% del campione considera l’Italia il Paese di eccellenza per la produzione del lusso, ma 1 su 2 non si fida più delle griffe: nota un disallineamento tra il valore reale del prodotto e la sua qualità, motivo per il quale si guarda intorno e cerca nuove proposte. I brand sono avvisati: il nuovo cliente del lusso va conquistato.

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