Turismo a Parigi: nel primo semestre +10,6%. La minaccia atomica spaventa il retail di Seoul

Non si può mai star tranquilli. Mentre da Parigi arrivano notizie rassicuranti sul trend delle (ritrovate) presenze turistiche (che portano con sé consumi, d’alta gamma in particolare), dalla Corea del Sud giungono veri e propri allarmi. In Francia, il Comitato Regionale del Turismo di Parigi e dell’Île-de-France segnala con soddisfazione che il primo semestre 2017 si è chiuso all’insegna di una crescita record: +10,2%, per un totale di 16,4 milioni di turisti. Il Comitato si affretta a dire che questo non significa che la tensione legata al terrorismo si sia attenuata, ma che i flussi turistici mostrano una vitale reazione a una situazione, dice il presidente Frédéric Valletoux in un’intervista pubblicata da Fashionnetwork.com, “che resta turbolenta e preoccupante, nella quale la minaccia terroristica è un fattore col quale convivere quotidianamente, come dimostrano gli attentati di Barcellona. In qualsiasi caso anche se il 2017 potrebbe essere un anno record in termini di presenze, non dobbiamo lasciarci illudere dall’euforia”. Tutto al contrario, purtroppo, quel che accade a Seoul, dove la minaccia atomica della Corea del Nord sta mettendo alle corde il retail del lusso, con un bilancio drammatico registrato lo scorso luglio: presenze turistiche crollate del 40%. C’è di peggio: i cinesi, che rappresentano i “consumatori forti” per le boutique high end, sono calati del 70%, toccando il minimo storico di 281.000 ingressi in un mese. La paura della bomba H è tale che Lotte Duty Free, che gestisce 13 monomarca di lusso all’interno dell’aeroporto della capitale coreana (a destra nella foto), lancia l’allarme: “A queste condizioni non possiamo tenere aperto: gli affitti costano troppo, il numero dei turisti è crollato, non sappiamo cosa accadrà domani”.

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