Tutte le regole di Gucci ArtLab, dove lo stile diventa prodotto

All the rules of Gucci ArtLab, where style becomes product

Che cosa si può visitare. Che cosa si può immortalare. Che cosa si può divulgare. E che cosa no. Le regole di Gucci ArtLab sono interessanti tanto quanto il lavoro che si svolge nel centro toscano, “l’anello di congiunzione tra l’ufficio stile e la produzione”, come lo definisce il CEO Massimo Rigucci. Inaugurato nel 2018 a Scandicci, Gucci ArtLab impiega 1.200 dipendenti in 37.000 metri quadri (è già approvato il piano di ampliamento), per la sola prototipia. “Noi produciamo ricerca e innovazione – dice Rigucci –: siamo un centro di eccellenza per calzatura e pelletteria”.

Le regole di Gucci ArtLab

Il centro toscano ha aperto le porte a Il Giornale. Ed è subito chiaro il livello di discrezione che si applica in un luogo del genere. Non si possono fare foto, descrivere i prodotti e citare i cognomi delle persone intervistate, riporta il cronista. Sì allo smartphone per i memo vocali, ma sempre sotto sorveglianza. Specie quando si entra nella zona dove sono in produzione gli accessori per la sfilata del 23 settembre. La griffe applica altrettanta premura quando accompagna il reporter nei locali del formificio: “Siamo l’unica azienda calzaturiera ad averne uno interno”, vanta Rigucci.

 

 

Il lavoro d’eccellenza

Una delle “macro aree” di Gucci ArtLab è l’interfaccia stile: “Cioè il luogo in cui i modellisti traducono in realtà i sogni di Alessandro (Michele, ndr) e del suo team– spiega il CEO –. Qui nessuno dice mai no. Davanti alle richieste più strampalate la risposta è sempre: ci si prova. Hanno addirittura un ufficio trasversale per le lavorazioni intermedie tipo patch, ricami e serigrafie”. Un gioco fondamentale nel centro di Gucci lo svolgono, ça va sans dire, i materiali. Il cronista scrive ammirato di “un chilometrico corridoio alle cui pareti sono appoggiati innumerevoli rotoli di pelle d’ogni tipo e colore”.

Tra presente e futuro

Di uguale fascino è “l’archivio a pareti mobili dove sono raccolti e catalogati i materiali degli ultimi 30 anni per confezionare scarpe borse e piccola pelletteria”. Un valore che fa da ponte tra presente e passato e che si aggiorna in direzione della sostenibilità. Mentre un artigiano lavora una pelle bianca di coccodrillo niloticus  (“da sola vale quanto una moto di grossa cilindrata”), Rigucci può rivendicare: “In ArtLab abbiamo un team di 18 persone che dettano le linee guida della sostenibilità a tutti i poli produttivi di Gucci”.

Foto da Gucci

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