Bagarre in Bolivia: la grande conceria dei lama è “troppo grande”

Bagarre in Bolivia: la grande conceria dei lama è “troppo grande”

Nel cuore dell’altopiano boliviano, il comune di Turco ospita un impianto industriale dedicato alla lavorazione dei camelidi, inaugurato con grandi aspettative e investimenti milionari. Presentato come la grande conceria dei lama, il progetto aveva l’ambizione di trasformare la regione in un polo di esportazione, valorizzando carne, fibre e pelli. Tuttavia, la dimensione colossale della struttura ha sollevato forti preoccupazioni. Come riporta la stampa locale, se l’impianto operasse a pieno regime, la popolazione di lama rischierebbe di scomparire in pochi mesi. La questione non riguarda solo l’allevamento, ma anche la gestione delle risorse pubbliche. Ed è subito bagarre in Bolivia, per un’iniziativa che potrebbe trasformarsi in un boomerang economico.

La grande conceria dei lama

Il centro di Turco è stato progettato per produrre oltre mille tonnellate di carne di lama all’anno, insieme a derivati come salsicce e carne disidratata. A ciò si aggiungono capacità decisamente impressionanti. Più di 190.000 tonnellate di fibra di camelide e una conceria in grado di lavorare decine di migliaia di pelli. Numeri che, se confrontati con la reale disponibilità di animali, appaiono sproporzionati. Pablo Camacho, direttore dell’OTFEP, l’Ufficio Tecnico per il Rafforzamento delle Imprese Pubbliche, ha avvertito che un funzionamento totale dell’impianto porterebbe all’estinzione dei lama, poiché non sono stati considerati fattori cruciali come la dieta, la genetica e i cicli di riproduzione. In altre parole, la struttura rischia di divorare più risorse di quante il territorio possa offrire. O, in altre parole, di essere inutile.

 

 

Le perdite pubbliche

Oltre al rischio per la biodiversità, il progetto solleva interrogativi sull’uso dei fondi statali. Secondo l’OTFEP, le perdite accumulate dalle aziende pubbliche ammontano a circa 2.595 milioni, una cifra che avrebbe potuto finanziare decine di ospedali, migliaia di chilometri di strade e centinaia di scuole. L’impianto di Oruro diventa così simbolo di una gestione discutibile. La domanda che emerge è se la Bolivia abbia davvero bisogno di un polo di esportazione a qualsiasi costo, o se sia più urgente investire in infrastrutture e servizi essenziali per la popolazione.

In foto Luis Arce, Presidente della Bolivia

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×