I dati sull’import italiano di wet blue USA e di pelle brasiliana

I dati sull-import italiano di wet blue USA e di pelle brasiliana

Miglior acquirente di wet blue dagli Stati Uniti, regina tra le destinazioni per la pelle brasiliana. Il dato emerge dalle tabelle dello United States Department of Agricolture, relative a tutto il 2020. E anche da quelle di SECEX, l’istituto brasiliano di statistica, relative a gennaio 2021. Nel primo caso l’import italiano spicca seppur in 12 mesi di pesante contrazione dovuta al Coronavirus. Nel secondo riesce a lasciare ampiamente indietro i consumi del colosso Cina.

Import italiano

Nel 2020 gli Stati Uniti registrano una flessione dell’export di wet blue del 21% in volume e del 25% in valore. L’Italia con i suoi acquisti contribuisce in maniera determinante a sostenere gli operatori americani. Come evidenzia USDA, il Bel Paese rappresenta il miglior acquirente in termini di valore, spendendo nei 12 mesi oltre 88 milioni di dollari. Vale a dire 10 milioni in più dell’area Cina-Hong Kong. In un contesto di contrazione generalizzata, tra gennaio e dicembre 2020 l’Italia ha speso 35,7 milioni di dollari in meno rispetto al 2019, mentre i Paesi asiatici sono scesi di 23,3 milioni. In controtendenza Brasile (+6%), Corea del Sud (+60%) e Repubblica domenicana (+30%).

Le destinazioni della pelle brasiliana

Ma l’Italia è anche la destinazione della maggior parte della pelle esportata dal Brasile a gennaio 2021. In termini di volume la Cina continua a primeggiare con 4,1 milioni di metri quadrati (a gennaio 2020 erano 5,1 milioni), L’Italia è prima in termini di spesa con 24,1 milioni di dollari pagati, rispetto ai 22,1 della Cina. Un anno fa gli acquirenti italiani aveva acquistato 13,3 milioni di dollari di merce dal Brasile, mentre nel 2019 erano arrivati a 19,5 milioni. L’incremento tra gennaio 2020 e 2021 è quindi del 24,6%. La Cina ha invece registrato una crescita del 22,6%. Pur non avendo acquistato più materia prima del resto del mondo, l’Italia ha comunque segnato un incremento del 26% in totale a gennaio. Complessivamente i dati SECEX mostrano un incremento del 19,8% su base annua in termini di valore (ma -5,3% tra dicembre e gennaio) e dell’1% per volume (-11,8% su dicembre). (art)

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