Mentre il patrimonio bovino cresce, la guerra commerciale mette in allarme la carne USA: a rischio il mercato cinese

Sonny Perdue, segretario dell’USDA (il dipartimento USA per le Politiche Agricole), rassicura gli allevatori statunitensi: nella guerra commerciale con la Cina, l’amministrazione Trump non dimenticherà di difendere gli interessi della zootecnia USA. A spaventare i farmers di Washington e dintorni sono i primi contro-dazi adottati da Pechino sull’import di carne suina, avvisaglia di un possibile ulteriore inasprimento delle relazioni. Ancor di più, non piacciono le contestuali aperture della Repubblica Popolare ai Paesi europei: nell’ultimissimo periodo, Pechino ha aperto alla carne da Francia e Inghilterra, sulle quali pesavano stringenti blocchi dagli anni ’90. Come riporta Global Meat, dunque, il segretario dell’USDA avrebbe chiarito che, sì, le tensioni possono avere ricadute negative nell’immediato, ma la strategia della Casa Bianca è condizionare le pratiche commerciali di Pechino in modo da favorire, in maniera definitiva, la zootecnia USA. Mentre gli allevatori dell’Arizona, scrive il portale Fronteras, chiedono che sia garantita (o meglio: ottimizzata) la possibilità di macellare i capi di bestiame in Messico, l’USDA riporta che al 22 giugno il patrimonio bovino (inclusi i vitelli) destinato alla macellazione è aumentato dell’4% su base annua, per un totale di 11,6 milioni di capi. È il 18esimo mese consecutivo di crescita del dato.

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