Pelli grezze, calma piatta: mercato flat, qualche tensione sulle bovine pregiate

Lineapelle conferma la scarsa dinamicità della congiuntura per la materia prima: a parte qualche origine in controterndenza, la situazione e le prospettive rimangono deboli. “L’offerta fin qui è scarsa, ma neanche la domanda è brillante” commenta Francesco Matelli, trader pelli. A proposito delle fonti di approvvigionamento, non arrivano buone notizie dall’Australia. Ian Scherr di Casino Hide Tanners (divisione di Northern Co-operative Meat Company) spiega che “tra il 2013 e il 2015 la prolungata siccità ha portato a un record di macellazioni. Adesso sono tornate le piogge e la disponibilità di bestiame si è ristretta”. Parlando dell’intera produzione australiana, secondo Scherr “si prevedono cali sia nei conferimenti (-18%), che nell’export (-16%)”. Lo scenario del Vecchio Continente non è più roseo. Livio Pellini, della svizzera Ryffel Pelli, afferma che sull’approvvigionamento di pelli bovine di fascia alta di origine europea influisce “il contesto economico negativo per l’industria della carne, che porta alla chiusura dei piccoli allevamenti di qualità”. (rp)

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