Tanzania, il protezionismo non conviene a nessuno: il dazio sul wet blue massacra i trader, ma non aiuta la concia

Da quando il governo della Tanzania ha applicato un dazio del 10% ad valorem sull’export di wet blue, i trader locali piangono, mentre quelli dei Paesi vicini (Kenya e Uganda su tutti) ridono. La nuova imposta, introdotta durante l’anno fiscale 2015/16 e sin da subito osteggiata dagli esportatori di pellami semilavorati, ha causato danni a tutta la filiera, racconta la testata The Citizen. I trader hanno perso i loro clienti, soprattutto “italiani, cinesi e indiani”, finiti tra le braccia della concorrenza. Ma le concerie tanzaniane, nel frattempo, non si sono rivelate in grado di assorbire la produzione di un Paese dal vasto patrimonio animale. Il ministro dell’Industria Primaria, conclude The Citizen, si dice ora pronto ad ascoltare tutti gli stakeholder della filiera: i trader, che chiedono l’annullamento del dazio, e la conceria, che pretende programmi pubblici con la zootecnia per la valorizzazione della pelle.

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