Alla moda servono migliaia di addetti: Capasa dice con quali skill

Alla moda servono migliaia di addetti: Capasa dice con quali skill

Alla moda servono migliaia di addetti. Con competenze nuove e orientate alle priorità del mondo in epoca di Covid. Digitalizzazione, sostenibilità, inclusione: sono i temi di attualità per le aziende della filiera. Temi che devono essere affrontati non solo dai big, ma anche dalle piccole imprese. E che richiedono professionalità per tutto il comparto tessile-moda-accessorio (TMA). Sarebbero 10.000 le posizioni necessarie subito e 40-50.000 quelle che si creeranno nei prossimi anni. Perché, afferma Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda (CNMI), “ogni professionalità che già esiste dovrà evolversi, arricchirsi, con competenze digitali e di sostenibilità, che devono diventare i nuovi strumenti di lavoro e il nuovo abito mentale”.

Servono migliaia di addetti

Al settore TMA italiano servono almeno 10.000 persone che rivestano il ruolo di “facilitatori”, come le ha definite Capasa, per affrontare questa transizione. Devono diventare gli “architetti di una cultura aziendale improntata su digitale e sostenibilità”, afferma lo stesso presidente della CNMI a Il Sole 24 Ore. La recente indagine Excelsior delle Camere di Commercio prevede, tra agosto e ottobre, nel TAC-Tessile-Abbigliamento-Calzature circa 25.000 assunzioni. Oltre un terzo delle imprese ritiene difficoltoso reperire le professionalità necessarie. Tra queste le più complicate sono: programmatore macchine, disegnatore tessile, addetto alla produzione pelletteria, addetto controllo qualità e sarto.

 

 

La competitività

Per restare competitiva, la produzione italiana, per brand propri e per quelli stranieri, deve stare al passo con i tempi. Ovvero: “rivedere ogni processo aziendale e ogni anello della filiera – sono le parole di Capasa – in un’ottica di digitalizzazione e sostenibilità ambientale e sociale, imposta dai consumatori, ancora prima che dal legislatore”. È evidente che serve aggiornare e puntare sulla formazione. Secondo lo stesso presidente di CNMI servirebbe più coordinamento tra le varie scuole di moda e di design “per far incontrare domanda e offerta” sia a livello di quantità che di professioni richieste. Infine la proposta-Capasa: “Pensare di introdurre nelle scuole un’ora settimanale di storia e racconto del made in Italy e delle sue tre effe (food, fashion e furniture)”. (mv)

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