Geox incassa un buon semestre e chiude lo stabilimento in Serbia

Geox incassa un buon semestre e chiude lo stabilimento in Serbia

Geox, il recupero del secondo trimestre non evita la chiusura dello stabilimento in Serbia (località Vranje). Nel secondo trimestre il gruppo di Montebelluna (Treviso) ha registrato un aumento dei ricavi del 90,5% sul 2020. A luglio ha portato a casa un aumento delle vendite nei negozi del 23% su base annua e del -6% sullo stesso mese del 2019. Negli stessi giorni in cui Geox pubblicava i risultati semestrali, i media serbi diffondevano la lettera con cui l’azienda ha informato i 1.200 lavoratori della chiusura della produzione a Vranje. Per Geox chiudere lo stabilimento è conseguenza del calo delle produzioni dovuto alla pandemia.

Il semestre

Geox ha chiuso il primo semestre 2021 con ricavi pari a 264 milioni di euro (+8,4% a cambi correnti, +10,1% a cambi costanti sull’analogo periodo del 2020). Il risultato è stato possibile grazie al forte recupero nel secondo trimestre. La calzatura genera il 92,9% delle entrate. Il risultato prima delle imposte è in perdita per 33,3 milioni di euro, mentre era di 88 milioni un anno fa.

 

 

Lo stabilimento in Serbia

Ma la notizia di agosto è che Geox, attraverso la controllata Technic Development, ha informato i dipendenti di Vranje di star procedendo alla liquidazione della società. Dunque, la fabbrica, inaugurata il 31 gennaio 2016, chiuderà. Secondo il sito Vom, che ha pubblicato l’immagine della comunicazione ricevuta dai dipendenti, il governo serbo sta cercando un nuovo investitore estero capace di utilizzare il fabbricato e dare lavoro ai dipendenti licenziati. La testata Serbian Monitor, che riporta il commento del presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, ricorda i contributi statali di cui ha beneficiato Geox al momento dell’investimento. Non ci sono commenti da parte dell’azienda italiana, che avrebbe chiuso anche il punto vendita nel centro di Vranje. Fonti citate dalle stesse testate serbe precisano che i macchinari presenti all’interno della fabbrica non verranno trasferiti in Albania, come qualcuno aveva ventilato. (mv)

Foto d’archivio

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