Crocevia Cina: SMCP ci investe, Steve Madden ne farebbe a meno

Crocevia cinese: SMCP ci investe, Steve Madden ne farebbe a meno

La Cina è crocevia delle strategie dei brand, nel bene o nel male. SMCP ci investe per conquistarla e per aumentare le vendite. Steve Madden, al contrario, disinveste per fuggire e spostare la sua supply chain altrove.

SMCP ci investe

A Pechino le vendite comparabili di SMCP sono cresciute del 30% nel terzo trimestre. Il gruppo francese (di proprietà della cinese Shandong Ruyi) pianifica investimenti con l’obiettivo di raddoppiare le entrate della regione Asia-Pacifico. Nei piani, queste passeranno dal 25% al 50% del fatturato complessivo entro il 2025 (fonte MF Fashion). Tornando alla nota trimestrale, il fatturato di SMCP è stato di 248,4 milioni di euro, in calo del 10,6% a cambi costanti e del 9,5% a cambi attuali. Le vendite online sono salite del 27,6%. A livello di brand, a cambi costanti, Sandro fa il -11,8% e Maje il -7,7%, mentre Claudie Pierlot e De Fursac insieme il -15,4%. Nei primi nove mesi dell’anno, le vendite del gruppo si sono ridotte del 25,8%, sempre a cambi costanti. “La nostra performance del terzo trimestre è molto incoraggiante”, ha ciononostante detto Daniel Lalonde, CEO di SMCP, che ha espresso cautela per il futuro.

Steve Madden no

La pandemia ha bloccato i piani di fuga dalla Cina di Steve Madden. Solo per il momento: l’azienda vuole riprenderli a partire dalla prossima primavera. In ogni caso, per il brand la quota di made in China è già diminuita: due anni fa l’approvvigionamento proveniente dalla Repubblica Popolare era il 90% del totale, oggi è circa il 60%. Invece che dalla Cina, le scarpe arriveranno da Messico, Cambogia, Brasile e Vietnam. Steve Madden ha annunciato che nel terzo trimestre le vendite sono calate del 30,9% a 346,9 milioni di dollari. Ha così fatto meglio delle previsioni citate da Footwear News, ferme a 329,3 milioni. Gli utili rettificati sono stati di 39 centesimi per azione, rispetto ai 67 centesimi per azione dello scorso anno. Anche in questo caso meglio delle attese di 21 centesimi. Nei primi nove mesi del 2020 il calo delle vendite è del 38%. (mv)

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