La pelle non basta mai: è sugli orecchini di lusso, negli accessori per paranoici, nei plettri per artisti

Nappa nera in contrasto con l’oro giallo. Fendi, per gli orecchini inseriti nell’ultima capsule collection, vara un abbinamento di colori e materiali che esalta la poliedricità d’impiego della pelle: mentre il logo in metallo prezioso prende il centro della scena, la struttura circolare è foderata in delicata pelle. Se il bijoux Fendi costa circa 430 euro, è molto più economico, ma comunque nel suo piccolo di lusso, l’accessorio in pelle per “paranoici” proposto dal designer francese Arthur Lhermitte. Una premessa è d’obbligo: circola la tesi che le camere frontali di smartphone e notebook, oltre che una risorsa per il consumatore che usa il device, siano anche un mezzuccio a disposizione di servizi, potentati del web e forze oscure per spiare i cittadini. Per questo sono molti a coprire le cam con nastro adesivo. Lhermitte, allora, prima ha raccolto 9.000 dollari sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter per fondare la propria azienda, poi ha iniziato a vendere per soli 7 dollari set da 8 dischetti adesivi in pelle per coprire le cam: ok difendersi da anonimi nemici, ma con stile. La pelle, pur negli impieghi insoliti, non è detto debba essere così naif. SkinTone Picks, ad esempio, propone plettri in pelle. La rivista Acoustic Guitar è entusiasta: garantiscono un suono caldissimo, scrivono.

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