Le 5 regole della solidarietà di filiera per uscire dalla crisi

Le 5 regole della solidarietà di filiera per uscire dalla crisi

I brand sono consapevoli che non andranno da nessuna parte senza i loro fornitori. Paradossalmente la pandemia ha rafforzato il ruolo e l’importanza della supply chain. Ripartenza? Per coglierla, Long Term Partners, società di consulenza intervenuta a una iniziativa di Sistema Moda Italia, indica 5 regole da osservare per valorizzare quella che potremmo definire un concetto evoluto di “solidarietà di filiera”.

Solidarietà di filiera

Long Terms Partner ha intervistato i manager di diverse aziende di moda, italiane e francesi, anche di calzatura e pelletteria. Il campione di indagine ha in comune una caratteristica: tutti si affidano alla filiera produttiva italiana. Dall’analisi emerge che brand e retailer hanno acquisito la consapevolezza che, se vogliono recuperare le quote di mercato perse con la pandemia, devono stringere legami più stretti con i fornitori. Fornitori che hanno sempre avuto un potere finanziario limitato all’interno della filiera. I loro guadagni, infatti, rappresentano solo il 5-10% di quelli complessivi. E sono rimasti indifesi durante il lockdown, spiega l’indagine. I marchi si sono resi conto di quanto la rigidità e un approccio dominato dal risparmio dei costi – spiega Luca Bettale, senior partner di Long Term Partners, a WWD – possano avere un impatto in eventi come la pandemia”. Bettale ritiene che, affinché il settore moda possa rimbalzare alla fine del 2022 o all’inizio del 2023, occorrono legami più forti e di sinergia tra marchi e fornitori (non solo attraverso acquisizioni), fino ad avere una visione comune. I fornitori, d’altra parte, dovrebbero continuare a puntare su creatività, strutture più agili e dialogare continuamente con il marchio.

Le 5 regole

Lo stesso Bettale, come riporta MF Fashion, ha indicato i cinque punti fondamentali da attuare per poter cogliere la ripartenza. Quali? Collezioni che semplifichino l’offerta e eliminino la stagionalità, in primis. Poi il lavoro sul processo di sviluppo del prodotto. Quindi l’approvvigionamento dei materiali e servizi attraverso partnership. Infine puntare sulla sostenibilità e investire nella logistica per avere modelli più evoluti e sistemi più reattivi. (mv)

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