Liu Jo tra le aggregazioni (“da cavalcare”), l’IPO e i tacchi

Liu Jo tra le aggregazioni (“da cavalcare”), l’IPO e i tacchi

Le aggregazioni tra aziende della moda sono il futuro, anzi il presente: non si possono subire, ma sono “da cavalcare”. Proprio per questo, le risorse finanziarie non vanno trascurate e l’IPO è un’opzione da valutare. Il tutto, aspettando la ripresa della moda, che arriverà (anche se non si sa quando) e sarà all’insegna di una ritrovata femminilità. Ne è convinto Marco Marchi, amministratore unico di Liu Jo e fondatore di Eccellenze italiane: “Sono sicuro — dice al Corrsera a proposito dei merger — che nel prossimo futuro saranno sempre più frequenti e questo permetterà finalmente alle aziende italiane di trovare una modalità per crescere, come hanno fatto i francesi nel segmento del lusso”.

Fenomeno da cavalcare

Marchi (nella foto, dal web) acquisendo Blumarine la prima mossa l’ha fatta. Ma è sicuro che dal fermento finanziario sia l’intero movimento italiano a poter ritrovare smalto. È “un’occasione perché il nostro made in Italy, le nostre aziende, possano tornare a essere quel punto di riferimento mondiale che erano state negli anni ’80 – continua –. Penso che oggi ci sia in ogni imprenditore italiano la coscienza che questa è un’onda che non si può non cavalcare”. I player non devono comprare tanto per comprare, ma assecondare strategie più ampie. “Ho capito che esistono brand che hanno una vocazione internazionale, altri più europea, altri ancora invece più asiatica – sono le sue parole –. Avere, invece, l’obiettivo di crescere stand alone porta, e lo dico anche basandomi sulla mia esperienza, a forzare su certe situazioni che possono spingere a non mantenere la coerenza stessa del brand, la sua identità”.

 

 

La finanza

Liu Jo esce dallo shock pandemico ammaccato, ma non con le ossa rotte. “Proiettiamo un 2021 in crescita nonostante il nuovo blocco inaspettato di questa primavera – dice Marchi –. Stiamo recuperando le forze per prepararci al grande balzo che sicuramente ci sarà a pandemia conclusa”. A proposito dell’IPO, l’imprenditore spiega al Corriere che “resta una delle possibilità. Aspettiamo lo slot giusto perché possa rendere questo percorso virtuoso. La Borsa deve essere un’opportunità e non, invece, rispondere a un’esigenza”. L’eventuale ingresso nei mercati finanziari non deve, però snaturare l’azienda: “Poter prendere decisioni rapide e in modo autorevole e responsabile è un punto irrinunciabile — spiega –. Il modello ideale del prossimo futuro sarà quello di diventare grandi, come dimensioni, ma di continuare ad avere la dinamicità tipica della piccola impresa”.

Stile (e magazzino)

Marchi è fiducioso nella ripresa, anche se non può dire quando si verificherà. “Dai Paesi più dinamici, come gli Stati Uniti, arrivano segnali confortanti: ci dicono che le persone hanno voglia di riprendere in mano la propria vita”, argomenta mr. Liu Jo. Si riconosce un ritorno del tacco: “Le clienti hanno ricominciato a comprarle. Assistiamo a un grande ritorno della femminilità, a una rivincita dello stile rispetto a quanto abbiamo visto in questo anno, dove si è data preferenza a prodotti più quotidiani per stare in casa”. A tal proposito, pesano i magazzini pieni. “L’eccedenza di produzione causata è veramente enorme, solo per quanto riguarda noi si parla di diverse centinaia di migliaia di capi — conclude — che stiamo gestendo con responsabilità. Quindi, semplicemente, teniamo tutto in magazzino e utilizzeremo i prodotti in parte negli outlet e in parte li diluiremo durante le varie stagioni per cercare di far sì che abbiano un loro ciclo di efficienza”.

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