Quanto vale la Russia per il sistema moda italiano e per il lusso

Quanto vale la Russia per il sistema moda italiano e per il lusso

Circa 1,5 miliardi di euro. Tanto vale la Russia per l’export del sistema moda Italia. Un peso relativo sugli oltre 83 miliardi di euro di fatturato estero del 2021 (dati pre-consuntivi). Nei primi 11 mesi dell’anno, però, l’export verso Mosca era cresciuto del 24% e questo faceva nutrire molte aspettative per il 2022. Aspettative naufragate con lo scoppio del conflitto. Allargando lo sguardo, secondo Bernstein, tra i giganti del lusso Richemont sarebbe la più esposta, così come alcune società in cerca di rilancio tra cui Burberry e Ferragamo.

Il 2021 della moda italiana

Il sistema moda Italia (industria del fashion e settori collegati) chiuderà il 2021 con un fatturato di oltre 83 miliardi di euro. Vale il +20,9% sul 2020, ma è ancora sotto i livelli del 2019 del 7,8%. Lo riportano i dati pre-consuntivo 2021 di CNMI, che sottolinea le ottime performance ottenute a ottobre e novembre. “Nel 2021 abbiamo recuperato due terzi di quanto perso nel 2020 – diceva Carlo Capasa, presidente CNMI, prima dello scoppio della guerra Russia-Ucraina –. Di 24 miliardi in fumo ne abbiamo recuperati circa 16 e ci auguriamo di recuperare gli altri 8 persi e tornare ai livelli del 2019”. L’export ha guadagnato il 21% sull’anno precedente, con Cina (+50,1%) e USA (+31,8%), che fanno da traino insieme alla Francia (+20,6%).

 

 

Quanto vale la Russia?

L’export verso la Russia è cresciuto del 24% nel 2021, dicevamo, raggiungendo 1,3 miliardi di euro nei primi 11 mesi del 2021. “L’Italia è il secondo Paese fornitore di beni del Sistema Moda in Russia”, aveva detto l’ambasciatore italiano a Mosca Giorgio Starace, all’inaugurazione del salone CPM di Mosca (21-24 febbraio). Che succederà ora?

Gli effetti sul lusso

A proposito del conflitto russo-ucraino, gli analisti Bernstein, guidati da Luca Solca, hanno tracciato un primo scenario di crisi. Hanno individuato le società che potrebbero reggere meglio: LVMH ed Hermès in primis. Poi quelle più esposte. È il caso di Richemont, così come di Burberry e Ferragamo, ai quali affianca Prada. (mv)

In foto, un momento della Milano Fashion Week, organizzata da CNMI

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