Tapestry, (l’unica) notizia buona è che riapre la concia italiana

Tapestry, (l'unica) notizia buona è che riapre la concia italiana

Per Tapestry le notizie negative non mancano: ad esempio, che prevede fino a 1 miliardo di ricavi in meno nel periodo aprile-giugno. Ma ce n’è anche una buona: terminato il lockdown, riapre la concia italiana, insieme ai fornitori spagnoli. Nel pieno della bagarre Coronavirus, il gruppo USA sperimenta nuove idee di retail, mentre deve affrontare il declino di Stuart Weitzman.

Riapre la concia italiana

Jide Zeitlin, presidente e CEO di Tapestry, e Joanne Crevoiserat, direttore finanziario del gruppo, hanno analizzato la situazione nella conference call che si è tenuta dopo la diffusione dei dati del terzo trimestre. Il periodo, concluso il 28 marzo scorso, è il primo in perdita da 20 anni: Coronavirus è costato al gruppo il -19,4%. Crevoiserat ha affermato che le interruzioni della supply chain subite dalla società sono state minime, perché Tapestry ha trasferito dalla Cina “la maggior parte della produzione di prodotti finiti”. Oltre a sottolineare i benefici avuti da una supply chain diversificata, lo stesso direttore finanziario ha ammesso: “Siamo stati colpiti dallo stop dei fornitori di materie prime in Italia e da alcuni prodotti finiti in Spagna, in particolare per Stuart Weitzman. Tuttavia oggi la produzione si è riallineata”. Zeitlin ha aggiunto: “Siamo lieti che la maggior parte dei nostri partner in Europa abbia riaperto, comprese le concerie in Italia e i produttori di calzature in Spagna”. In merito alla gestione dell’inventario, i due manager hanno dichiarato che Tapestry sta annullando le consegne previste per la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno 2020.

Le aspettative

Tapestry non ha fornito previsioni sul quarto trimestre (e sull’intero anno), ma indicazioni sì. “Nel terzo trimestre le vendite sono diminuite di circa 260 milioni di dollari rispetto allo scorso anno – sono le parole di Crevoiserat –. E questo si è verificato con sole 2,5 settimane di chiusure di negozi in Nord America ed Europa. Partendo da questo dato, prevediamo che l’impatto del quarto trimestre potrebbe essere da tre a quattro volte tali livelli”. Il che vuol dire fino a superare il miliardo di dollari di mancate vendite. Zeitlin ha anche annunciato una nuova modalità di vendita: i clienti avranno la possibilità di effettuare ordini telefonicamente o online per alcuni negozi e potranno ritirare i prodotti o “sul marciapiede fuori dal negozio” o in negozio. Un sistema che ha permesso la riapertura di circa 40 negozi in Nord America e che verrà presto esteso ad altri store.

Le difficoltà di Stuart Weitzman

Nel periodo gennaio-marzo, il marchio di calzature Stuart Weitzman ha perso il 40% dei ricavi. “Stiamo prendendo provvedimenti molto disciplinati per restringere l’assortimento del brand – conclude Zeitlin – e concentrarci molto più su stivali, espadrillas e sandali. E, geograficamente, su Cina, Nord America e canale digitale”. (mv)

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