Una buona notizia in tempi di guerre commerciali: Tokyo apre ufficialmente alla pelle italiana. Timori per l’accordo con il Canada

La firma è arrivata. Il presidente del Consiglio Europeo Jean-Claude Junker e il premier nipponico Shinzo Abe hanno siglato l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Giappone. Atteso da anni, raggiunto a capo di lunghi negoziati (oltre 15 round in 5 anni), forse non il miglior trattato possibile per l’area pelle, ma comunque efficace: JEFTA promette di disarticolare, con un sistema progressivo che richiede 10 anni per la completa attuazione, il sistema di dazi e quote che fin qui ha ostruito l’accesso al mercato nipponico di pellami finiti made in Italy. Ve lo raccontiamo nel n. 26 de La Conceria: il fashion system italiano accoglie la notizia con grande soddisfazione. Anche perché, come sottolineano sia da Assocalzaturifici che da Assopellettieri, la firma arriva in un momento di grande tensione sui mercati internazionali, con venti di guerra crescenti tra USA, UE e Cina e incertezze sul futuro di altri trattati analoghi. Non è ancora chiaro che aperture ci saranno per la calzatura europea nell’accordo in corso di definizione tra Bruxelles e l’area del Mercosur. Così come non rassicura la crescente ostilità di parte del governo italiano verso la ratifica del CETA, l’accordo di libero scambio con il Canada: un Paese dove la calzatura italiana esporta prodotti per 88 milioni di euro l’anno, che secondo il bilancio preconsuntivo 2017 di Assocalzaturifici mostra segnali di crescita, ma cui qualcuno preferisce chiudere la porta. (foto da account Twitter della Commissione Europea)

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