Bangladesh: braccio di ferro ad Hazaribagh, grezzo a rischio

Varie fonti (samakal.net e sauerreport.com, in particolare) segnalano come ad Hazaribagh, in Bangladesh, la situazione stia precipitando. L’ultima deadline per il trasloco nel nuovo industrial park di Savar, sabato 9 aprile, è stata (come tutte le altre dal 2001 a oggi) ignorata dalle concerie, che hanno innescato un vero e proprio braccio di ferro con le autorità governative. Dal 1° aprile, infatti, nella zona conciaria più inquinata del mondo (ogni giorno 21.000 metri cubi di reflui tossici non trattate finiscono nelle acque del Buriganga River), la polizia impedisce l’ingresso della materia prima (circa 6/8.000 pelli al giorno), costringendo le concerie a non lavorare. Queste ultime controbattono che a Savar mancano ancora gli allacciamenti energetici e che il CEPT, l’impianto per il trattamento delle acque, non è ancora completato. Difficile stabilire la verità. Secondo samakal.net, che cita fonti istituzionali, il trasloco non potrà essere completato a breve: solo 28 concerie, su un totale di 138, potrebbero, infatti, far partire la produzione a Savar. Le altre sono in ritardo con la costruzione dei loro nuovi stabilimenti. Il sito sauerreport.com segnala che la situazione paradossale in atto ad Hazaribagh sta avendo pesanti conseguenze anche in altre città, dove l’economia locale si basa sulla raccolta e la vendita delle pelli grezze. I commercianti sono fermi e hanno i magazzini pieni, con forti rischi di degrado qualitativo per la materia prima.

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