Consumi di scarpe in Europa: male Italia, Francia e UK. Crescono i prezzi a Berlino (le borse invece calano). Online positivo

Secondo Confcommercio, a dicembre, i consumi complessivi in Italia sono cresciuti dello 0,3% rispetto a novembre e dello 0,5% rispetto a dicembre 2015. La spesa per abbigliamento e calzature è stabile se riferita a novembre, ma su base annua la riduzione dei consumi è dello 0,8%, proseguendo l’andamento negativo già evidenziato a novembre (-0,9%). Non va meglio in Francia dove, secondo l’Istituto Francese della Moda (IFM), le vendite durante il periodo dei saldi hanno registrato un calo del 4% nel settore abbigliamento e tessile rispetto ai saldi 2015/2016. Molti negozianti hanno osservato che, in un contesto economico sfavorevole, ci sono state troppe promozioni durante tutto l’arco dell’anno, penalizzando i saldi. Positivo, viceversa, il trend on line. Nel Regno Unito le vendite al dettaglio di gennaio sono scese dello 0,6%, mentre sono aumentate dell’8% quelle digitali (in flessione, però, rispetto al +14,9% registrato nel gennaio 2016). Secondo Paul Martin, capo del retail per KPMG: “Ciò è causato dal freddo che ha suggerito ai britannici di effettuare acquisti al caldo di casa”. Martin ha aggiunto che “la vendita di calzature online, però, è stata rallentata e non molto frequentemente è arrivata al checkout”. In Germania aumentano i prezzi di scarpe, ma scendono quelli della pelletteria. Secondo il price index tedesco l’aumento dello scontrino delle calzature è stato dello 0,5% mentre quello dei prodotti in pelle è sceso dello 0,2%. Secondo il Consumer Price Index (che calcola il valore dei prezzi al dettaglio in base alla spesa media effettiva delle famiglie in maniera ponderata per ogni prodotto), il prezzo al paio è salito dello 0,7% rispetto a un costo della vita che è aumentato dello 0,5%. (mv)

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