Pochi giorni fa, negli Emirati, è stato inaugurato il Mall of Qatar, mezzo milione di metri quadrati e 220 negozi già aperti (pari al 60% della superficie commerciale) mentre altri sono in fase di allestimento, visto che il 99% della superficie commerciale è stata affittata. Grande spazio all’intrattenimento con un palcoscenico girevole al centro di un’oasi con fontane, cascate interattive e una multisala con 19 sale. A Chongquing (Cina) è stato presentato, invece, il progetto del Chongquing Western Outlets dove oltre ai negozi di alta moda (e marchi cinesi emergenti di fascia medio-alta) ci sono ristoranti, intrattenimento e tanto altro, al punto da somigliare a una città in miniatura. Eppure, secondo uno studio dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, un terzo dei 4.000 centri commerciali presenti in Cina verrà chiuso entro 5 anni per tre motivi: la ristrutturazione economica e l’aumento dello shopping online (tra il 2012 e il 2015 hanno chiuso 138 grandi magazzini, 262 supermercati e 6.209 negozi di articoli sportivi); l’eccesso di offerta (la Cina ha un numero di centri commerciali tre volte di più rispetto agli Stati Uniti); i centri commerciali sono troppo omogenei. Secondo lo studio, un terzo dei centri commerciali cinesi si trasformerà in mercati all’ingrosso o al dettaglio, con particolare attenzione alle esperienze dei clienti. Un altro terzo si dovrà integrare con lo shopping online. (mv)
Il futuro dei department store è incerto? In Qatar e Cina rispondono con due mall giganteschi
