La Cambogia premia gli addetti della scarpa/moda: gli stipendi aumentano, ma restano bassi. Anzi bassissimi…

Lo stipendio mensile minimo sarà più alto per i lavoratori del settore calzaturiero e di quello vestiario. Lo ha stabilito il governo della Cambogia, portando il precedente valore, pari a 140 dollari USA, a 153 dollari, il 9,2% in più. L’aumento avrebbe dovuto attestarsi a 148 dollari, come deciso dal locale LAC (Labor Advisory Committee), ma poi è stato portato a 153 su iniziativa diretta del Primo ministro Samdech Techo Hun Sen. Il nuovo stipendio minimo avrà inizio per legge a partire dal primo gennaio 2017. Il settore calzaturiero, in Cambogia, impiega circa 754.000 persone e vale l’80% dell’export totale nazionale. Un premio, dunque, ma anche la dimostrazione di come, nel Far East, il valore della manodopera sia ancora bassissimo. Nonostante l’imminente aumento del salario minimo, la Cambogia, infatti, si pone ancora tra i Paesi del Sud-est asiatico dove il costo del lavoro risulta essere più basso. Decisamente più basso della Cina, dove le proteste dei lavoratori negli ultimi anni hanno fatto aumentare il livello del salario minimo di una quota sensibile, variabile da provincia a provincia. Supera i 200 dollari lo stipendio per gli operai indonesiani, mentre una legge che fissa un minimo retributivo è stata adottata dalla Malesia solamente nel gennaio 2014, con una soglia fissata a 273 dollari al mese. Nel quadro del Sud-est asiatico, il costo del lavoro rispetto alla Cambogia risulta essere più basso in Vietnam (dove varia in 4 diverse regioni), nel Laos e in Myanmar. (ap)

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