La rivolta dei cinesi parte da una pelletteria: scontri con la polizia a Sesto Fiorentino

Il culmine della tensione si è toccato nella notte, quando da parte dei manifestanti è iniziato un lancio di oggetti al quale le forze dell’Ordine hanno risposto con una carica. Ma a Sesto Fiorentino, ieri, è stata una lunga giornata di agitazione che ha contrapposto la locale comunità cinese a polizia e carabinieri. La scintilla è scattata nel pomeriggio, in seguito a un controllo di routine dell’ASL in una fabbrica di pelletteria e accessori, cui era contestata la mancanza del certificato di sicurezza per una macchina per cuciture. Gli animi si sono scaldati quando il titolare, che aveva in braccio un bambino di 10 mesi, che sostiene di essere stato strattonato dalle forze dell’Ordine. L’episodio ha scatenato la protesta dei lavoratori cinesi del distretto e della vicina Prato, che hanno inscenato una lunga manifestazione dall’epilogo violento. “Nella comunità c’è insofferenza – spiega il consigliere comunale di Campi Bisenzio Angelo Hu – perché lo Stato si fa vedere solo quando si tratta di fare multe e contravvenzioni, così come gli investimenti delle amministrazioni locali sono solo in questa direzione”. Gli imprenditori cinesi del distretto, invece, chiedono di essere anche difesi: “I furti nelle aziende di macchinari, prodotti e pellami sono continui, così come le rapine e gli scippi nelle strade – conclude Hu –. Pattugliamenti per garantire la sicurezza della zona, però, non se ne vedono”. (rp)

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