L’Africa e la pelle: in Uganda i conciatori trattano con gli indiani, in Botswana 12 mesi di ritardo per il Leather Park di Lobatse

L’associazione conciaria ugandese (Uganda Leather and Allied Industries Association, Ulaia) è in trattativa con alcuni investitori indiani nel tentativo di elevare la qualità della propria produzione. Il presidente Abdul Hakim Sekandi ha accolto a Kampala una delegazione di Delhi, spiegando che “il 95% del nostro export riguarda wet blue, che però possiamo essere in grado di portare in crust o finito se riuscissimo a evolvere la nostra tecnologia grazie a partnership estere”. Sekandi ha spiegato che in Uganda esistono sette concerie di grandi dimensioni e due molto piccole, con una capacità giornaliera di trattamento di 10.000 pelli grezze e produttiva di 47.000 pelli semilavorate. Gli indiani, pare, hanno espresso interesse nel progetto. In Botswana, invece, il governo ha comunicato che il nuovo Leather Park di Lobatse non sarà completato nei tempi previsti. La deadline del 1° gennaio 2018 è stata rinviata di 12 mesi, ma nemmeno questa data è certa, vista l’incertezza espressa nell’annunciarla: “Sarà rispettata se gli impegni di alcuni finanziatori stranieri verranno mantenuti”. Il nuovo cluster, che dovrebbe produrre 9.300 metri quadrati di pelle finita al giorno, il 20% del quale destinata al consumo interno, è in ritardo “per motivi legati allo studio della gestione degli scarichi”. (pt)

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