L’alluvione del ’66 in Veneto: le testimonianze di Siro Badon (Acrib) e Bernardo Finco

“Ancora oggi, quando l’acqua del canale è alta, non vado in Acrib. Ho paura”. I ricordi di quel 4 novembre 1966 hanno lasciato il segno in Siro Badon. Il presidente dei calzaturifici della Riviera del Brenta aveva appena undici anni quando l'”Aqua granda”, come venne ribattezzata l’alluvione in Veneto, isolò l’azienda di famiglia. Fuori dalla fabbrica il livello del fango raggiunse i tre metri, dentro il metro e mezzo. “Fu la prima volta che vidi mio padre piangere” ricorda Badon. Prima di tuffarsi nel Mare Adriatico carico di neve sciolta dal vento di scirocco, il fiume Brenta colpì anche il vicentino. “Le strade vennero interrotte e molte concerie furono travolte” ricorda lucidamente Bernardo Finco, presidente della sezione concia di Confindustria e consigliere nazionale UNIC. L’azienda di famiglia, con sede a Bassano del Grappa, ebbe la fortuna di essere solo sfiorata dalle acque perché situata in posizione rialzata rispetto ad altre, ma Finco non dimentica. “Il famoso Ponte Vecchio fu incurvato dalla forza dell’acqua e rischiò di essere travolto – prosegue –. Poi il livello non raggiunse quello della strada e così si salvò, però si dovette raddrizzarlo con tiranti d’acciaio”. (art)

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