Materia prima, crolla l’export di wet blue USA: -16%. Peggio ancora quello brasiliano

Tracolla il wet blue, cresce la pelle grezza. Il trend dei primi otto mesi del 2016 vede le esportazioni di wet blue dagli Stati Uniti cedere il 16% in volume sull’anno precedente, con caduta simmetrica dei fatturati nei primi due mercati di riferimento: le spedizioni verso Cina e Hong Kong (che da sole assorbono il 36% di tutte le esportazioni) vanno giù del 14%, mentre quelle per l’Italia (che compra un quarto della produzione totale) dell’11%. In controtendenza le vendite verso Vietnam e Corea, in aumento del 6%. In una dinamica di mercato dove molto influiscono prezzi dei materiali e volontà di controllo della qualità dei clienti, si fa notare la contemporanea impennata dell’export di grezzi da Washington: +9%. Protagonisti dello scambio commerciale sono ancora Pechino, che ha aumentato del 3% gli acquisti di grezzo statunitense, e Roma, i cui acquisti crescono a doppia cifra. A proposito di wet blue, si assiste a una flessione dell’export altrettanto significativa anche in Brasile, dove nei primi nove mesi dell’anno il fatturato estero diminuisce del 2% in volume e del 31% in valore. Mentre la Cina, destinataria di poco meno della metà di tutte le esportazioni di wet blue brasiliano, cede il 4%, sul mercato di Brasilia l’Italia (seconda destinazione), ha aumentato gli acquisti di oltre il 20%. (rp)

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