Materia prima, Tyson Foods mette a posto i conti (ma taglia ancora), mentre Cargill cresce

L’anno è finito bene, le prospettive sono rosee, ma la ristrutturazione non è finita. Come da previsioni, il gruppo USA della carne Tyson Foods conclude l’anno fiscale 2017 in area positiva, “soprattutto grazie ai risultati molto superiori alle aspettative del segmento Bovino”, spiega una nota dell’impresa. L’utile rettificato per azione è arrivato a valere 5,2 – 5,3 dollari per azione, in crescita rispetto al precedente 4,95 – 5,05. I risultati fanno prevedere a Tyson Foods che il risparmio netto equivarrà a 200 milioni di dollari nel 2018, per poi crescere a 400 milioni nel 2019 e 600 nel 2020. Il taglio dei costi, però, implica ulteriori sacrifici: il gruppo annuncia 450 esuberi in 3 sedi statunitensi. Il primo trimestre dell’anno fiscale in corso porta buone notizie anche per Cargill: il giro d’affari è in leggera progressione, portandosi a 27,3 miliardi (erano 27,1 nello stesso periodo dell’anno precedente). Risultato ben più significativo hanno raggiunto gli utili netti: con 973 milioni di dollari, rappresentano un +14% su base annua.

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