Ma a Pitti sfilano anche i sindacati: calzaturieri e tessili contro l’aumento ex post. Pilotti: “Stupiti e rammaricati”

A Pitti Uomo sfila anche lo sciopero. Oggi Firenze si trasforma nel palcoscenico per la mobilitazione di otto ore dei lavoratori di tessile e calzaturiero iniziata alle 9.30. In ballo c’è il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro per il triennio 2016-2019, scaduti entrambi da oltre dieci mesi. A non soddisfare i rappresentanti sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil è il modello salariale proposto dall’associazione imprenditoriale, la quale aveva avanzato per i dipendenti del settore abbigliamento l’idea di un aumento retributivo misurato ex post alla durata triennale del contratto mentre per il calzaturiero sono state avanzate richieste normative, in particolare sulla flessibilità contrattuale e sulle festività di sabato e domenica per fronteggiare il difficile momento economico vissuto dal settore in alcune aree del Paese. Ieri, intanto, ad anticipare la mobilitazione nazionale a Firenze è stata un’assemblea del calzaturiero della Riviera del Brenta tenutasi a Fiesso d’Artico (Venezia), dove l’integrativo territoriale è già stato rinnovato lo scorso luglio. Assocalzaturifici, dal suo canto, esprime “rammarico e stupore” per la decisione dei sindacati di interrompere i negoziati. L’associazione confindustriale con una nota rimarca che “lo strappo è avvenuto a sorpresa dopo che Assocalzaturifici aveva chiesto maggiore flessibilità degli orari di lavoro”. Il presidente Annarita Pilotti ribadisce: “Le nostre aziende devono poter contare su maggiori possibilità offerte dal Contratto collettivo nazionale del lavoro, per poter affrontare un andamento sempre più incerto degli ordinativi. È nell’interesse di tutti mettere a punto un’organizzazione del lavoro più efficiente, in grado di garantire la continuità ad un settore chiave per la moda italiana”. (art)

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