La miccia l’ha accesa un’intervista del premier al Sunday Times. Ma non per i contenuti, questo è il bello, bensì per la foto ritratto che la correda. Perché Theresa May (nella foto a sinistra, tratta da Telegraph.co.uk), la donna che guida la politica inglese dalla scorsa estate (cioè da quando David Cameron ha rassegnato le dimissioni), compare con un pantalone in pelle dal valore commerciale di 995 sterline (circa 1190 euro). È questo dettaglio che ha scatenato il “Trousersgate”, lo scandalo dei calzoni. Ad aprire il fuoco contro il capo del Governo è una sua collega di partito, Nicky Morgan, che è intervenuta pubblicamente per rimproverarle il gusto per lo sfarzo: “In vita mia ho speso una cifra simile forse solo per l’abito nuziale. Il mio barometro è uno: come posso spiegarlo a un elettore del mio collegio?”. Nella bagarre si sono infilati giornali e, soprattutto, politici, in un conflitto che ha preso le tinte della guerra civile tra Conservatori. Nadine Dorries, ad esempio, si è spesa in difesa della May, accusando Morgan di sessismo “perché non ha mai criticato prima gli abiti lussuosi di Cameron”. Peggio ancora ha fatto Fiona Hill, braccio destro di May, che ha escluso Morgan dalle riunioni di Downing Street e, soprattutto, l’ha fatta pizzicare (così sostengono le malelingue) con una borsa dal valore pari a quello dei contestati pantaloni di May. Sembra una questione faceta, ma ha un sottotesto politico abbastanza chiaro. Theresa May ha assunto l’incarico di Governo dopo il voto per la Brexit. Morgan (nella foto a destra con la borsa incriminata), che nell’esecutivo Cameron aveva un incarico e aveva fatto propaganda per il “remain”, è stata invece silurata in seguito all’esito referendario. È noto che il partito Conservatore inglese sia molto diviso sulla questione. In attesa dei negoziati con Bruxelles del prossimo marzo, i Tories se le suonano sui pantaloni di pelle. (rp)
Più della Brexit divide la moda: tempesta su Theresa May (e non solo) per un pantalone di pelle
