Ponte a Cappiano, cittadini contro il cogeneratore abbandonato

Protesta dei cittadini per il cogeneratore (costato miliardi delle vecchie lire) abbandonato nella zona industriale di Ponte a Cappiano, in via Lombardia. L’impianto era stato realizzato negli anni Novanta per fornire energia termica ed elettrica alle concerie attraverso la combustione del metano, ma ad oggi giace tra fusti di liquidi, avvolto dai rovi e nella totale incuria. Era gestito da Publicogen (proprietà di Publiservizi) che aveva impianti simili anche alla piscina comunale di Empoli e a Mercatale, nei pressi dello stabilimento ex-Syrom (oggi Vibac). Dopo una lunga controversia la riattivazione del cogeneratore da parte della società pubblica è stata valutata “diseconomica”, sulla base di condizioni poste dall’azienda privata, per le quali occorreva un investimento di 1,2 milioni di euro. Publicogen aveva negli anni accumulato bilanci in rosso, fino alla messa in liquidazione nel 2009 con il passaggio degli impianti nella nuova società Publicogen Toscana (a sua volta messa in liquidazione nel 2011), mentre i debiti sono stati assorbiti da Publiservizi. Oltre alle varie vicissitudini societarie, il cogeneratore di ponte a Cappiano è stato abbandonato anche per ragioni di mercato: da un lato molte aziende si sono dotate di un impianto di proprietà, dall’altro Enel incentiva l’utilizzo di sistemi energetici da fonti rinnovabili. A rassicurare i cittadini sui rischi ambientali è intervenuto Paolo Regini, presidente di Publiambiente (attualmente proprietaria dell’impianto): “L’impianto non è pericoloso”. (mvg)

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