Quel che resta della scarpa ungherese entra nella confederazione europea (CEC) e punta ad attrarre il reshoring

AHLI, l’associazione ungherese dell’industria leggera, è entrata a par parte di CEC, la confederazione europea dell’industria calzaturiera. L’associazione magiara rappresenta il locale settore calzaturiero insieme a BCE, l’associazione nazionale di calzature, prodotti in pelle e componentistica. Negli anni ’80 la produzione calzaturiera locale si attestava attorno a 45 milioni di paia di scarpe l’anno impiegando 40.000 addetti. Poi la crisi degli anni Novanta e Duemila. Oggi, il settore impiega circa 6.700 persone e produce circa 11 milioni di paia di scarpe. Un settore particolarmente sviluppato è quello delle calzature ortopediche, ben posizionato in Europa, che rappresenta un mercato destinato a crescere in futuro, in considerazione della più lunga aspettativa di vita dei consumatori. Obiettivo dell’ingresso in CEC è quello di rafforzare il settore, non perdere la manualità delle maestranze per poi attrarre e riportare in Ungheria investimenti di marchi europei che attualmente producono fuori dell’Europa. (mv)

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